Una calda notte italiana, nel cortile dei miei nonni, la cittadina di Manfredonia, nel Gargano, sperimentò un black-out totale. Per la prima volta in vita mia vidi la Notte. Alzai lo sguardo, poiché il Buio benediceva ogni cosa e vidi il Cielo. Fu la prima volta che lo chiamai così.
Rapito, mi ingurgitava in un abisso di luci e rotazioni, disegni e incredibili geometrie. La bellezza terribile e insostenibile per un bambino di periferia già abituato a vedere la morte e le brutture del contemporaneo consumista, rovina delle rovine, pareva spalancare le porte di ogni morte che aveva ghermito il mio corpo: in qualche modo, quella meravigliosa Sapienza mi apparteneva e, ancor più, io appartenevo a lei, come ai monti e al mare che quotidianamente vedevo stuprare.