Nell’ora di letteratura, durante la lettura di un brano fantasy, i ragazzi si soffermano perplessi difronte alla parola disastro e alla forte prova di dolore affrontata dal protagonista. Quel dolore risuona tristemente nei loro cuori, chiedono una spiegazione più ampia, vogliono capire e sentirsi rassicurati
Riconosco molto bene quel dolore, sono molti anni che passo tra i banchi e puntualmente lo ritrovo nello sguardo spento e implorante, nella voce strozzata, nel gesto pieno di rabbia, nella parola violenta, nelle lacrime amare e ribelli. Ciò che più fa male è non riuscire a decifrare l’origine del proprio dolore e sentirsi incapaci di viverlo; un dolore non riconosciuto e non accolto si trasforma in cinismo, rabbia e pericolosa indifferenza. Solo risvegliando la sua parte più profonda, l’essere umano può prendersi cura di sé e guarire il dolore.