Cosmologia e religione

Da un quaderno di recente pubblicazione a cura dell’Associazione Italiana Teilhard de Chardin, estrapoliamo alcune considerazioni di carattere introduttivo utili per chi desidera approfondire questo affascinante tema.

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Con lo straordinario sviluppo della scienza moderna gli ambiti in cui la fede è chiamata a confrontarsi con essa sono sempre più numerosi. Fra questi, già da diversi secoli, particolare fascino riveste il campo della cosmologia, a iniziare dalle teorie sull’origine dell’Universo, in particolare quella del Big Bang; il tema dell’origine dell’Universo e conseguentemente quello della comparsa della vita affascinano da sempre l’uomo.

Grande interesse per i rapporti fra scienze e fede rivestono poi i sistemi astronomici che, superando la concezione tolemaica, hanno portato alla visione moderna a partire dalla rivoluzione operata da quello copernicano (il passaggio dal sistema geocentrico a quello eliocentrico ha determinato l’insorgere di conflitti che hanno coinvolto importanti aspetti della fede, soprattutto in merito all’interpretazione dei testi biblici).

Una particolare attenzione merita, nell’ambito dello sviluppo della scienza moderna, il caso di Galileo Galilei, momento assai critico nella storia del rapporto fra concezione scientifica e visione di fede. Del tutto particolare poi è il campo delle ipotesi sullo sviluppo della vita al di fuori del nostro pianeta, con importanti implicazioni filosofiche e teologiche.

Secondo la classificazione di Ian Barbour1 i rapporti fra scienza e religione possono essere descritti attraverso quattro tipologie: quella del conflitto, rappresentata dal materialismo scientifico e dal letteralismo biblico (con conseguente atteggiamento di ostilità), quella dell’indipendenza (con conseguente atteggiamento dell’indifferenza), quella del dialogo (con conseguente atteggiamento della cooperazione debole) e quella dell’integrazione (con conseguente atteggiamento della cooperazione forte). In tutti questi casi si realizza comunque un confronto, che può portare però ad una rottura insanabile nel caso del conflitto, ovvero ad un “nulla di fatto” nel caso dell’indipendenza (che comunque salvaguarda i diversi ambiti di competenza2) oppure a una feconda cooperazione, allorché sia possibile realizzare un dialogo o ancor meglio una cooperazione.

Molte sono le figure di religiosi che si dedicarono a studi scientifici, riuscendo a conciliare la loro visione di fede e la loro spiritualità con le moderne scoperte della scienza. Basterà ricordare personalità di spicco come Egnazio Danti, vescovo e cosmografo, il gesuita Padre Angelo Secchi, Gregorio Mendel, Pavel Alexandrovich Florenskij, il sacerdote Georges Edouard Lemaître.

La visione cosmologica di Pierre Teilhard de Chardin, gesuita e scienziato, cristiano “fedele alla terra” si caratterizza per la sua originalità e per la capacità di realizzare quella sintesi fra scienza e fede rispettosa dei diversi ambiti di competenza, ma nello stesso tempo aperta a un fruttuoso arricchimento reciproco.

In una conferenza tenuta a Parigi il 27 febbraio 1921 Teilhard sosteneva che per gli uomini che nella loro vita desiderano associare il lavoro scientifico e l’impegno cristiano è necessario che le mutue relazioni tra gli ambiti di scienza e religione siano le più chiare possibili. Egli afferma di “voler fare amare cristianamente la scienza”, in quanto l’indagine scientifica sospinge naturalmente verso il Centro Unico delle Cose, che è Dio3.

Il Concilio Vaticano II ha proclamato che «la ricerca metodica di ogni disciplina, se procede in maniera veramente scientifica e secondo le norme morali, non sarà mai in reale contrasto con la fede, perché le realtà profane e le realtà della fede hanno origine dal medesimo Dio»4.

Come ricorda l’enciclica Fides et ratio «la fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità. È Dio ad aver posto nel cuore dell’uomo il desiderio di conoscere la verità e, in definitiva, di conoscere Lui perché, conoscendolo e amandolo, possa giungere anche alla piena verità su se stesso».5

Estratto dalle prime pagine del Quaderno n.9 Cosmologia dell’Associazione Teilhard de Chardin, a firma di Vincenzo Iannace (ripubblicato con autorizzazione). Per l’acquisto del quaderno (13 €) è sufficiente scrivere a info@teilhard.it richiedendolo: nella risposta verranno date tutte le indicazioni del caso.

  1. Cf. L.PRIETO LOPEZ, Panorama del dibattito scienza-religione oggi, Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, Roma 2007, 45. ↩︎

  2. Questa è la posizione di Stephen Jay Gould nella “dottrina dei magisteri non sovrapposti”, secondo cui la scienza non autorizza nessuna posizione in materia di religione, avendo scienza e religione come oggetti campi del reale molto differenti. ↩︎

  3. Cf. L. SEQUEIROS, «Cinque saggi teilhardiani vedevano luce cento anni fa», Teilhard aujourd’hui, 37,16 (2021). ↩︎

  4. CONCILIO VATICANO II, Costituzione Pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, “Gaudium et spes” ↩︎

  5. GIOVANNI PAOLO II, Fides et ratio. Lettera enciclica circa i rapporti fra fede e ragione, 1998. ↩︎

Autore: Vincenzo Iannace

Nato a Roma, laureato in Scienze naturali presso l'Università La Sapienza di Roma; ha insegnato Scienze per 30 anni nella Scuola Secondaria di secondo grado e per 7 anni è stato dirigente scolastico presso un Istituto Statale di Scuola Secondaria Superiore in Roma. E' Lettore istituito nella Diocesi di Roma. Vicepresidente dell'Associazione Italiana Teilhard de Chardin.

2 pensieri riguardo “Cosmologia e religione”

  1. Mi viene da riportare le 4 tipologie di relazione tra ambito scientifico e ambito di fede religiosa agli stati dell’io e ai meccanismi di difesa che ci caratterizzano come esseri umani.
    Il conflitto nella forma aggressiva si manifesta quando esercitiamo un potere impositivo e di dominio.
    L’indipendenza si fonda sull’evitamento e sulla fuga.
    Il dialogo si attua quando agiamo in modo accondiscendente.
    L’integrazione è possibile se si entra in relazione a partire da uno stato a maggiore centratura spirituale per cui la delineazione della propria identità non si dia per contrapposizioni ma appunti per relazioni.
    Personalmente, ho più che altro l’impressione che molte volte si scambi il dialogo per integrazione, come se fosse sufficiente un consesso in cui persone gentili ed educate espongano le loro prospettive. Ma ci si ferma qui, senza lasciarsi effettivamente interpellare in modo serio, cioè al punto da essere disposti a mettere in gioco le proprie convinzioni a fronte di un incontro che cambi la vita – quella propria invece di pretendere che sia l’altro a cambiare.
    iside

    1. “È Dio ad aver posto nel cuore dell’uomo il desiderio di conoscere la verità e, in definitiva, di conoscere Lui perché, conoscendolo e amandolo, possa giungere anche alla piena verità su se stesso”.

      Ciò che è visibile ai nostri occhi è vero e contemporaneamente essere un riflesso illusorio ma la certezza è nel Cuore cosmico e nella sua vigilanza che infonde nel nostro cuore la verità ineludibile che essendo creati , creare è il nostro destino. Cooperando con la Creazione. Non realizzando questo tipo di visione ci si auto espelle dal flusso della Vita.

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